UNA STORIA CHE CONTINUA

di Egidio Bonomi - Dal libro "La Corale di San Faustino, storia e presenza del gruppo vocale dal 1932 ad oggi" . (Gruppo Editoriale Delfo - Febbraio 2004)

Nell’occasione del sessantesimo anniversario della Corale faustiniana, il “Giornale di Brescia” del 21 novembre 1992 ricorda cosi, sotto il titolo “Cantando per 60 anni”: <<Come può festeggiare al meglio i sessant’anni di vita una corale? Cantando! Ineccepibile, ed e proprio quanto farà la Corale di San Faustino, domani, domenica 22 novembre, alle ore 16, nella stessa basilica dei Santi Protettori di Brescia, alle ore 16.

Sessant’anni sono una vita lunga per qualsiasi sodalizio, ma per una corale ha quasi il sapore di eternità. Quella di San Faustino delizia ininterrottamente da quando è sorta. I suoi aderenti, persone del popolo, come recita l’opuscolo di presentazione del pomeriggio musicale, hanno per base l’amore alla grande musica, da porgere in comunione, prima a se stessi e poi agli altri, con gioia intima, unica, indivisibile. La Corale, nella sua lunga attività, ha allestito un repertorio vasto e pregevole di musica vocale e strumentale, avvalendosi anche della collaborazione del Gruppo strumentale di musica antica Bernardo e Paride Dusi di Brescia, di professionisti e studenti del Conservatorio della nostra citta, nonchè di altri gruppi corali bresciani.

Il repertorio è prevalentemente classico, affidato ad autori quali Bach, Vivaldi, Benedetto Marcello, Mozart, Schubert, Perosi... Ore e ore di studio, sere sottratte alla famiglia o più semplicemente al sopore televisivo per offrire all’ascolto la buona musica: una soddisfazione impagabile. La Corale di San Faustino è sempre stata seguita da direttori appassionati, come don Giacomo Vender, don Mario Foccoli, don Luigi Salvetti, il maestro Franco Braga. Il coro conta oggi su una cinquantina di elementi ed e seguito dal sacerdote Franco Tambalotti, coadiuvato nell’istruzione dei cantori da Emanuela Pangrazio, Ruggero Del Silenzio, Vinicio Farina e costantemente accompagnato all’organo da Mariella Sala. Una curiosità: fra i coristi vi è Giuseppe Faini, basso... profondo, che canta dalla fondazione e quindi per lui sessant’anni di prove d’ugola e di esibizioni, quasi un record, o probabilmente un vero record che concilia e conforta con il meglio, più diffuso di quanto non si creda, ma certo più nascosto del peggio. Auguri e complimenti? Certo, senza sponde».

E veniamo al concerto e al programma: e tutto improntato su musiche di Henry Purcell, nato a Londra nel 1659 e la morto a soli 34 anni.Appa1tenente a una famiglia di musicisti, svolse la sua attività soprattutto nell’ambito della cappella reale londinese. Il concerto vede la partecipazione del Gruppo strumentale “San Faustino”.

Ecco il programma: Sonata a tre n. 4 per archi e organo; “O Dio tu sei il mio Dio” per coro e organo; “Fino a quando, Signore, sarai adirato” per coro e organo; “Uomo nato da donna” elogio funebre per coro, trombe, timpani e organo. E si prosegue con l’Ode della festa di Santa Cecilia, Sinfonia per organo e orchestra il Coro n. 5, “Cuore del mondo” per coro, organo e orchestra, il Coro n. 13, “Salve luminosa Cecilia” sempre per coro, organo ed orchestra».

Un programma da far tremare le. .. voci anche a fior di professionisti, a riprova d’un impegno e di una tensione al meglio che sono state perpetue caratteristiche della Corale faustiniana.

Si è agli ultimi sforzi di don Tambalotti. E’ stanco e si deve pensare alla sua successione. C’è un giovane musicista di Villa Carcina, Ivan Buffoli, ormai vicino al diploma al Conservatorio di Brescia. Sta completando gli studi di composizione vocale e direzione di coro con il maestro Giancarlo Facchinetti. Per esercitarlo e prendere contatto con una realtà canora, Facchinetti lo stimola a entrare nella Corale faustiniana. Ivan Buffoli si ritrova cosi tenorello al seguito di don Tambalotti, ma certo è la partenza. Il traguardo, data la stanchezza del direttore in cattedra, E’ la direzione della blasonata Corale, cosa che avviene per gradi. Buffoli sostituisce in qualche occasione il maestro e poi, nel 1993, fresco diplomato, eredita la Corale, affidata completamente alle sue mani. E una nuova stagione, con il terzo laico alla guida. Giovane, per di più, e quindi con un suo repertorio foriero di novità. In effetti Buffoli, negli oltre dieci anni della sua direzione, sperimenta diverse forme musicali, senza disdegnare, anzi riproponendolo con forza, quel grande, forse il maggiore, compositore di musica sacra che e stato Lorenzo Perosi. Non più programmi d’eccessivo impegno, ma tanti piccoli pezzi, piccole cose che insieme fanno grande un mondo, anche corale. Vengono anche introdotti nei programmi alcuni brani di compositori bresciani, su tutti il giovane e originale Claudio Mandonico (uscito da quell’irripetibile scuola di musica - guarda un po’ in territorio della parrocchia di San Faustino — tutta rivolta ai ragazzi che fu di Giovanni Ligasacchi) oggi direttore dell’orchestra a plettro “Citta di Brescia”, che ha colto numerosi riconoscimenti anche al di fuori dell’Italia.

Buffoli propone ai suoi quarantacinque solisti tutti i mottetti di Anton Bruckner, sempre per dimorare in quel senso delle piccole cose che stanno alla base delle grandi. Non dimentica nemmeno un altro esponente della musica corale bresciana, quel don Luigi Salvetti che negli Anni Settanta rifondo la Corale faustiniana e portò grandi novità musicali. Salvetti è tuttora direttore della Corale della chiesa di San Giovanni. Egli ha creato i testi di un oratorio sui Santi Faustino e Giovita in tre lingue: Latino, Italiano e... dialetto bresciano. L’oratorio e stato musicato appositamente per la Corale faustiniana da Matteo Falloni ed e in allestimento. Sarà proposto al pubblico nella festa dei Santi Patroni, il 15 febbraio del 2005.

Come sta la Corale dopo oltre settant’anni? Dati i tempi, bene. C’è tuttavia una palese difficolta a reperire i coristi, soprattutto tra i maschi. E’ la caratteristica negativa di tutti i cori. Negli ultimi due anni una decina di giovani sono entrati nella fondazione faustiniana ed e considerata una vera fortuna. Sono preziosi come l’oro.

Meno difficoltà a reperire ragazze, ma non si può allestire una corale di tutti soprani o contralti. Per cercare di mantenere un numero adeguato di coristi, Buffoli ha agganciato altre realtà parrocchiali. San Faustino e un crogiolo multirazziale come pochi in citta. In parrocchia ha trovato spazio un coro di senegalesi e di filippini e proprio quattro senegalesi sono entrati nella Corale. Poi c’è la realtà tutta particolare del coro di voci bianche, più di cento bambini e ragazzi d’ogni nazionalità, che può essere considerato il serbatoio per la Corale del futuro. Infatti da qui è uscita la prima ragazza, andata a rinforzare la Corale maggiore.

Oggi, più che mai, le voci di San Faustino non possono ricadere sulle spalle di una sola persona. In passato i vari Vender, Foccoli, Salvetti, Tambalotti, probabilmente riuscivano a reggere quasi in solitudine le sorti della Corale perchè le situazioni erano meno complesse e la dedizione dei coristi costante, cosi come gli impegni di un laico sono diversi (famiglia, lavoro...) da quelli d’un religioso.

Ora il direttore Ivan Buffoli si avvale di collaboratori indispensabili e preparati. In testa c’è Mariella Sala, organista in San Faustino dal 1980, quando fu chiamata alla consolle dal maestro Franco Braga. Più che ai concerti, peraltro non cosi frequenti come ai tempi di don Salvetti, Mariella Sala e sempre presente alle cerimonie nella Basilica, specialmente agli appuntamenti fissi della festa dei Patroni, a Pasqua e a Natale. E musicista di vaglia e organista senza sbavature. Bibliotecaria al Conservatorio di Brescia, vanta una cultura musicale di rilievo. Buffoli la considera l’organista ideale per accompagnare la Corale, forte di quell’indispensabile capacità d’attendere il coro se cade in ritardi, virtù che permette tutte le liberta espressive perchè “sai che lei ti verrà dietro”, come ricorda lo stesso Buffoli. E’ un’eccellente organista, ma non ha mai ceduto alle tante pressioni che la vorrebbero in un concerto d’organo tutto suo. Semmai si presta a qualche brano, come intermezzo ai canti corali.

Altra figura di spicco, importante, è Emanuela Pangrazio, pure essa diplomata in pianoforte al Conservatorio. Insegna alle voci femminili, ha creato e dirige il coro di voci bianche, quello che a ogni Natale regala un concerto “multietnico” fatto di volti africani e asiatici mescolati ai nostri e di musiche attinte anche dal folclore di questi continenti.

Altro collaboratore è Roberto Grassi, diplomato in chitarra classica e composizione sempre al Conservatorio cittadino. Per diletto ha scritto alcuni brani per la Corale di San Faustino: un’Ave Maria, una Messa. Canta nei bassi, dopo averli istruiti sulla loro specifica parte. Come si vede, le vie della musica (sacra), come quelle della Provvidenza, sono davvero senza fine.

Non possono mancare alcuni cenni al repertorio della Corale in questi lunghi, intensi settant’anni. Don Vender aveva gettato le basi per un repertorio classico, improntato molto su Perosi, peraltro insuperato nello specifico. Non aveva disdegnato di mescolare alla musica prettamente sacra anche brani “laici”, presi dalla lirica o dalla montagna. Una tendenza che rimarrà tale negli anni a venire con don Foccoli, soprattutto. Sotto la direzione forzatamente a singhiozzo di Giulio Tonelli, nel quinquennio della seconda guerra mondiale, si è tomati alla musica sacra, con il gregoriano offerto in bella proposizione. Del resto, un musicalmente rigoroso come Tonelli non poteva che aderire al suo. .. rigore.

La novità viene con don Salvetti che potremmo definire “appassionato delle Passioni”, da quella di San Matteo di Funcke, a quella di San Giovanni di Thomas Selle e a quella di San Luca da un manoscritto di Bach, per non dire degli affondo nella musica barocca, con “Il giudizio universale” di Dietrich Buxtehude in testa, i canti natalizi, i canti sacri per l’Avvento. Una corposità di repertorio impressionante unita a una serie consistente di concerti per proporre la grande musica sacra anche al di fuori dei muri d’una chiesa.

Don Franco Tambalotti ha lavorato molto sui Corali più semplici creati dal genio di Johann Sebastian Bach, che ancora oggi costituiscono un patrimonio musicale considerevole e di grande pregio. Ha introdotto anche autori meno conosciuti o meno celebrati, come Tommaso Traetta ed Henry Purcell, per quanto quest’ultimo non dimori proprio tra gli. .. ultimi.

Ivan Buffoli ha ereditato da don Tambalotti l’amore per le cose meno iridate, la cui bellezza sta in tante piccole sfaccettature. Egli ha mantenuto il rigore dell’aderenza alla musica sacra intesa come tale. Nessuna concessione a cori lirici o, men che meno, della montagna. Sono altre cose, ma che pure hanno contribuito, in tempi e spazi diversi, a dare grandezza e lustro alla Corale faustiniana. Buffoli non ha disdegnato, invece, qualche esperienza nuova, andando a tastare tra gli spirituals, memore anche d’essere diretti verso un coro multietnico: in fatto di ugole e di voci sembra che i rinforzi possano venire dai nuovi arrivati da mondi stranieri.

Del resto non viene forse dalla Bibbia la sollecitazione “Cantate Domino canticum novum”? Cantate al Signore un nuovo canto. Che sia bianco, nero, olivastro o giallo, non ha influenza perchè tutto va a maggior gloria di Dio. Da oltre settant’anni.

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